LA NAVE DEI FOLLI - The Ship of Fools. Evento spettacolo/performance sulle rive del Tevere - 22 novembre 2006. Da un’idea di Alberto Abruzzese, Artista Ciriaco Campus. Ambientazioni sonore taranta (musica dal vivo eseguita dai Mascaramirì).
TIBER II – Ponte Umberto I (lato Via Zanardelli – Piazza Navona) riva opposta al Palazzaccio, Roma
L’evento spettacolo/performance nasce da un’idea di Alberto Abruzzese e realizzato dall’artista Ciriaco Campus in collaborazione con i corsisti del Master Giuditta Bevivino, Cristina Coderoni, Pablo de la Vega, Alessandra Marzo, Corinna Paperini e Sabrina Rielli con il coordinamento di Roberta Germano.
La nave dei folli è un testo di Sebastian Brant presentato nel 1494 a Basilea. Illustrato da Durer in occasione del carnevale dell’Alta Renania, fu successivamente rappresentato da Bosch in un famoso quadro dallo stesso titolo.
Il testo narra l’assurdo viaggio di un gruppo di pazzi. Nel tempo ha finito per costituire un mito di congiunzione tra origini e modernità. Una icona dell’immaginario figurativo e una parabola che ha preceduto e inseguito le follie del Novecento, secolo insieme terribile e meraviglioso, denso di tragedie e felicità deliranti.
L’evento/perfomance ripropone il testo originario in chiave contemporanea, insieme spettacolare, multimediale e interattiva: un viaggio tra le immagini più significative della storia politica, sociale e culturale del ‘900, all’intermo di una festa in maschera, carnevalesca, esaltata dal ritmo di una taranta suonata ininterrottamente per due ore. Dentro Roma, una nave dei folli sul Tevere crea la viva presenza in un tempo-spazio dell’assurdo.
L’artista ha immaginato la totalità dei partecipanti alla festa vestiti rigorosamente in nero. Mischiati tra la folla sono presenti un certo numero di pazzi, infermieri, dottori e dieci personaggi mascherati con teste di animali vari.
Chi partecipa entra a far parte della performace e dunque di un evento d’arte che si produce consumandolo: un viaggio nella memoria novecentesca e un carnevale del presente: figure, ombre, cerimoniali, urla di felicità e dolore, bestiari di una nave che ha solo da poco abbandonato le scogliere del Novecento.