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Massimo Poli. at 17 years old with Sassoons new style.

Massimo following in his brother (Angelo Poli's) footsteps. His test was taken by Darill Benson at the Vidal Sassoon school in knightsbridge and then he worked at South Moulton st. then went to work in Milan at Sassoons Milan salon. Later Angelo and Franco took over the salon and called it "FRIENDS".
An interview spring 2009


«Dopo Londra c’è Milano città della moda vicino al clima europeo»

Massimo, i ricordi di un viaggiatore


Massimo è un cinquantenne fuori dall’ordinario: ascolta musica «giovane», come Moby (al secolo Richard Melville Hall, compositore e cantante statunitense di musica elettronica. Con questa colonna sonora Massimo fa lavorare la sua creatività.

Dagli anni della gavetta a Londra, ancora sedicenne, al boom della moda nella Milano degli anni Ottanta, oggi Massimo ha deciso di puntare su un gruppo di ragazze (Patrizia, Monica e Tina, del negozio Sintonia in zona Fiera a Milano) e fare per loro quel lavoro di ricerca che a Londra gli hanno insegnato essere indispensabile alla buona riuscita di un negozio di parrucchiere.

Sposato da 23 anni, la moglie e la figlia dicono di lui che ha un carattere difficile, eppure Valentina, che frequenta il liceo linguistico, divide con il papà la passione per la musica. Per lei, Massimo spera una vita più tranquilla della sua e soprattutto che si allontani da casa il più tardi possibile.

di Domitilla Ferrari

«Nel 1971, a 16 anni, sono andato a Londra per lavorare in un salone internazionale. A quei tempi c’erano i Beatles, Mary Quant e Vidal Sasson, un parrucchiere che con un paio di forbici e un pettine realizzava vere e proprie sculture sulle teste più alla moda. Ho frequentato la sua scuola e lì mi è cambiata la vita. Per uno che veniva da un paese di 1000 abitanti, in provincia di Ascoli Piceno, il parrucchiere non era un lavoro da uomini. La signora che faceva i capelli a mia mamma rappresentava per me quella professione. Ma si trattava di una tipa disorganizzata e con le mani sempre sporche di tinta.un lavoro che mai avrei pensato di voler fare. Cambiai idea andando a Londra. Fu li che venni a contatto con grandi nomi internazionali che mi insegnarono una ferrea disciplina che è stata basilare per la mia formazione. Erano talmente rigidi che se non facevi la barba tutti i giorni ti mandavano via. All’inizio fu molto difficile: la sera lavavo i piatti in un club, mentre la mattina andavo a scuola. Nessuno ti regalava niente. Era un mestiere che non si poteva improvvisare».

Da Londra, il giovane Massimo, scoperta la libertà e le possibilità che solo le grandi città offrono, decide di trasferirsi a Milano.

«A Londra lavorai per 5 duri anni dopo i quali decisi di tornare in Italia e stabilirmi a Milano, città della moda e molto vicina al clima europeo dei tempi. Lavorai per “Friends International”, salone rinomato del centro città. Tra i nostri clienti c’erano personaggi come Oriana Fallaci. A Milano iniziò a mancare la creatività e l’apertura mentale di Londra. Con gli anni, però, la città è migliorata anche se, in alcuni settori come il mio, capita spesso di notare che più che prendere spunto si finisce per copiare».

A differenza di quanto ha fatto lui, Massimo spera che sua figlia Valentina, che frequenta il liceo linguistico, non vada presto via da casa.

«Studiare le lingue significa essere curiosi del mondo. Spero che mia figlia voglia viaggiare ma non così presto come ho fatto io, perché è vero che mi è piaciuto ma un po’ ho sofferto. I tempi sono cambiati: oggi i giovani vanno via di casa più tardi. Non prima dei 25 anni».

Cos’è cambiato?

«Quando sono arrivato a Londra senza soldi sono andato a lavorare. I ragazzi oggi sono abituati ad avere tutto e alle prime difficoltà si tirano indietro, tornando a casadove la mamma lava, stira e prepara da mangiare».

Londra ha lasciato nel cuore di Massimo anche la passione per la musica

«I Beatles erano bravi ma io ascoltavo i Queen. Prendevo spunti dalle loro melodie per le mie nuove bienne. Oggi ascolto Moby, è il personaggio giusto per i tempi odierni. La passione per la musica la condivido con mia figlia. Nonostante la differenza d’età anche a lei piacciono i Queen e tre anni fa siamo andati insieme al Forum di Assago, al concerto del loro ritorno».

Ancora prima della musica per Massimo c’è la Fede

«La Fede aiuta a capire la vita. La Fede da senso alla vita. Io l’avevo persa ma poi, grazie al mio amico Massimo e a un monsignore milanese l’ho ritrovata. Ho scoperto che Dio si prega tutti i giorni, perché solo nell’orazione la nostra anima trova il vero nutrimento».


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